Rileggendo alcuni orientamenti della Chiesa, emerge che nel 2004 un Sussidio della Cei dal titolo: Parrocchia e Pastorale del Turismo, dello Sport, del Pellegrinaggio scriveva: «Attraverso la cosiddetta "Pastorale del Turismo" significativa modalità di presenza cristiana in ambito turistico, la Chiesa ha qualcosa da "dire" al turismo, in modo del tutto originale, in quanto è portatrice di una "parola" di valore assoluto e di una tradizione di valori, che non possono non arricchire di senso l'uomo del turismo, della vacanza e del viaggio».
Dieci anni fa la pastorale del turismo appariva una velleità, suscitando spontaneamente diffidenza e sospetti, che non sono scomparsi del tutto. In Ogliastra, in quella fase, mettere insieme turismo e pastorale era un’operazione azzardata e la Chiesa fu pioniera del dialogo con le organizzazioni locali e con gli enti turistici. Siamo riconoscenti a coloro che offrirono incoraggiamento e appoggio, partecipando ai primi incontri a Tortolì nell’estate 2015, nei locali dell’ex "blocchiera". Dopo dieci anni la Pastorale del Turismo non è più un tabù. Da cinque anni, dopo l’unione in persona episcopi di Lanusei con Nuoro, la pastorale ha ampliato la sua visione inaugurando il palcoscenico "Area Fraterna" della Caletta. Il tema che nel decennale sembra una promessa, annuncia: "Avere Cuore"; per dirci che senza passione non si costruisce nulla nella Chiesa come nella società. I temi dell’edizione 2024 invitano a riconoscere la realtà coinvolgendoci direttamente per cambiarla in meglio. Mi sta a cuore, faceva dire e scrivere Don Lorenzo Milani, che l’umanità sappia prendersi cura di se stessa e del suo futuro.
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