2014 - 2024
La manifestazione culturale, nata nell’estate del 2015 dalla visione ambiziosa del suo Vescovo, raggiunge un grado di maturità e una formula consolidata che le consentono, al suo decimo anno di vita, di spingere lo sguardo oltre l'orizzonte per fare rete con nuovi attori protagonisti, primi fra tutti i comuni, in un’azione di partnership che definisca, secondo il leit-motiv della kermesse diocesana una prospettiva d’insieme e un’attenzione particolare al territorio e alla sua gente.
Tradotto può voler dire tante cose, tutte parimenti significative: ritorno di immagine sul territorio e per il territorio, valorizzazione e promozione delle comunità e delle loro specificità in termini turistici e sociali, all’interno di una manifestazione ormai nota e consolidata per la sua caratura e i suoi contenuti; destagionalizzazione di eventi, proposte e presenze che consentano la visibilità delle comunità aderenti al progetto lungo tutto l’anno.
Perhè la Chiesa dovrebbe impegnarsi in quella che viene chiamata "Pastorale del Turismo"?
Il Turismo presenta all'interno del suo macro-sistema valori umani e cristiani da enfatizzare. Il vangelo è la guida che dissipa le ambiguità, esaltandone quelle virtù fondanti il genere umano, atte ad attuare il progetto-uomo nella sua totalità, evitando ogni assolutizzazione di settore.
È certo che una diocesi come la nostra, arricchita da un territorio naturale di rara bellezza e che ospita in estate migliaia di persone, può e deve programmare incontri e iniziative che abbiano un'impronta ecclesiale e una sensibilità culturale. Chiaramente tutto questo, in presenza dei turisti durante l'estate diventa una significativa possibilità di assicurare non solo i sacramenti ma anche accoglienza e condivisione per chi sceglie la nostra terra in questo periodo dell'anno.
Compito della pastorale è l’operazione formativa, di guida, di affiancamento, “missionaria”, sia nei contenuti, che dei destinatari. Ci rivolgiamo ad una platea ampia e il nostro annuncio richiama a se, anche quella realtà laica, in maniera conviviale, che vive i propri valori, che possono essere arricchiti e implementati più profondamente. Proprio perchè la fede non va mai in vacanza e la riflessione non può permettersi pause, mantenere alto il livello delle opportunità di incontro può manifestare pienamente il carattere ospitale, fraterno e formativo della nostra terra.
Non è casuale, la scelta del luogo teatro delle iniziative: la sede Caritas di Tortolì, simbolo di altri progetti che abbiamo avviato, segno della nostra sensibilità cristiana come centro di ascolto e mensa quotidiana per i bisognosi. Nella sua area esterna, opportunamente ristrutturata, l'incontro con donne e uomini che amano parlarsi e dialogare, apprezzando la bellezza dell'ambiente, dell'arte e della musica; donne e uomini che si sentono interpellati sull'ecologia della vita e della persona e che amano preparare il futuro con scelte che mettano insieme memoria e spiritualità, fede e vita, ospitalità e solidarietà.
E la Chiesa vuole fare la sua parte.
Come Diocesi, dopo l'esperienza iniziale del 2015 abbiamo scelto dall'anno successivo di privilegiare un tema specifico, da approfondire con spazi e momenti dedicati alle informazioni sul territorio, dialogo, alle mostre e ai concerti, alla fraternità che diventa festa.
Un progetto, un'idea che è cresciuta consolidandosi. Ha acquisito un respiro regionale e una eco nazionale. Lo sottolinea lo stesso vescovo Antonello: «Favorire atteggiamenti di accoglienza che, insieme alla promozione di un territorio, permetta la possibilità di intese e sguardo comuni tra istituzioni e privati e tra enti e comunità, con il coinvolgimento di operatori turistici, associazioni di categoria e volontari, e soprattutto di una Chiesa locale che metta a disposizione il suo ricco patrimonio di fede, tradizioni e di cultura».
Non sono mancati e non mancheranno ospiti significativi e interpreti adeguati, ciascuno con la sua storia, competenza e capacità di coinvolgere le persone presenti per turismo, ma anche quelle provenienti dalle nostre comunità. Tutto per unire riposo, spensieratezza, ma anche sguardi, temi e dialoghi che permettano di fare del nostro ambiente un palcoscenico in cui brindare alla vita.
La cornice temporale sarà sostanzialmente quella estiva, e nello specifico il mese di agosto, dove la proposta diocesana raggiungerà gratuitamente e liberamente tutti cittadini e turisti, che decidono di trascorrere le vacanze in Sardegna. Non mancheranno, inoltre, gli spazi dedicati alla fotografia, al cinema, alla spiritualità.
Un modo alternativo e fortemente attrattivo, insomma, di vivere, custodire, guardare e amare un territorio e la sua gente. L’essenza delle iniziative messe in campo, dalla Diocesi di Lanusei e da quella di Nuoro, non risponde soltanto a un calendario di eventi, benché ricco e variegato, o una carrellata di ospiti, il cui spessore è innegabile e sotto gli occhi di tutti.
Nella manifestazione culturale, artistica e spirituale si disvela l’anima stessa di un territorio che vuole essere, per chi lo abita e per chi decide di trascorrere in essa alcuni giorni di riposo, fonte inesauribile di conoscenza, di confronto, di incontro e scoperta, di riflessione e di bellezza, che rigenerano offrendo alternative di qualità».
Una pastorale questa, che deve porre al centro la comunità cristiana locale investita della missionarietà e di una sensibilità che si apra alle persone ai giovani, a famiglie e a pensionati.
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