Il significato della Pastorale

La manifestazione culturale, nata nell’estate del 2015 dalla visione ambiziosa del suo Vescovo, raggiunge un grado di maturità e una formula consolidata che le consentono, al suo decimo anno di vita, di spingere lo sguardo oltre l'orizzonte per fare rete con nuovi attori protagonisti, primi fra tutti i comuni, in un’azione di partnership che definisca, secondo il leit-motiv della kermesse diocesana una prospettiva d’insieme e un’attenzione particolare al territorio e alla sua gente.

Tradotto può voler dire tante cose, tutte parimenti significative: ritorno di immagine sul territorio e per il territorio, valorizzazione e promozione delle comunità e delle loro specificità in termini turistici e sociali, all’interno di una manifestazione ormai nota e consolidata per la sua caratura e i suoi contenuti; destagionalizzazione di eventi, proposte e presenze che consentano la visibilità delle comunità aderenti al progetto lungo tutto l’anno.​ 

Perhè la Chiesa dovrebbe impegnarsi in quella che viene chiamata "Pastorale del Turismo"?

Il Turismo presenta all'interno del suo macro-sistema valori umani e cristiani da enfatizzare. Il vangelo è la guida che dissipa le ambiguità, esaltandone quelle virtù fondanti il genere umano, atte ad attuare il progetto-uomo nella sua totalità, evitando ogni assolutizzazione di settore.

È certo che una diocesi come la nostra, arricchita da un territorio naturale di rara bellezza e che ospita in estate migliaia di persone, può e deve programmare incontri e iniziative che abbiano un'impronta ecclesiale e una sensibilità culturale. Chiaramente tutto questo, in presenza dei turisti durante l'estate diventa una significativa possibilità di assicurare non solo i sacramenti ma anche accoglienza e condivisione per chi sceglie la nostra terra in questo periodo dell'anno.

Compito della pastorale è l’operazione formativa, di guida, di affiancamento, “missionaria”, sia nei contenuti, che dei destinatari. Ci rivolgiamo ad una platea ampia e il nostro annuncio richiama a se, anche quella realtà laica, in maniera conviviale, che vive i propri valori, che possono essere arricchiti e implementati più profondamente. Proprio perchè la fede non va mai in vacanza e la riflessione non può permettersi pause, mantenere alto il livello delle opportunità di incontro può manifestare pienamente il carattere ospitale, fraterno e formativo della nostra terra.  

Non è casuale, la scelta del luogo teatro delle iniziative: la sede Caritas di Tortolì, simbolo di altri progetti che abbiamo avviato, segno della nostra sensibilità cristiana come centro di ascolto e mensa quotidiana per i bisognosi. Nella sua area esterna, opportunamente ristrutturata, l'incontro con donne e uomini che amano parlarsi e dialogare, apprezzando la bellezza dell'ambiente, dell'arte e della musica; donne e uomini che si sentono interpellati sull'ecologia della vita e della persona e che amano preparare il futuro con scelte che mettano insieme memoria e spiritualità, fede e vita, ospitalità e solidarietà. 
E la Chiesa vuole fare la sua parte.

Come Diocesi, dopo l'esperienza iniziale del 2015 abbiamo scelto dall'anno successivo di privilegiare un tema specifico, da approfondire con spazi e momenti dedicati alle informazioni sul territorio, dialogo, alle mostre e ai concerti, alla fraternità che diventa festa.

Un progetto, un'idea che è cresciuta consolidandosi. Ha acquisito un respiro regionale e una eco nazionale. Lo sottolinea lo stesso vescovo Antonello: «Favorire atteggiamenti di accoglienza che, insieme alla promozione di un territorio, permetta la possibilità di intese e sguardo comuni tra istituzioni e privati e tra enti e comunità, con il coinvolgimento di operatori turistici, associazioni di categoria e volontari, e soprattutto di una Chiesa locale che metta a disposizione il suo ricco patrimonio di fede, tradizioni e di cultura».

Non sono mancati e non mancheranno ospiti significativi e interpreti adeguati, ciascuno con la sua storia, competenza e capacità di coinvolgere le persone presenti per turismo, ma anche quelle provenienti dalle nostre comunità. Tutto per unire riposo, spensieratezza, ma anche sguardi, temi e dialoghi che permettano di fare del nostro ambiente un palcoscenico in cui brindare alla vita.

La cornice temporale sarà sostanzialmente quella estiva, e nello specifico il mese di agosto, dove la proposta diocesana raggiungerà gratuitamente e liberamente tutti cittadini e turisti, che decidono di trascorrere le vacanze in Sardegna. Non mancheranno, inoltre, gli spazi dedicati alla fotografia, al cinema, alla spiritualità. 

Un modo alternativo e fortemente attrattivo, insomma, di vivere, custodire, guardare e amare un territorio e la sua gente. L’essenza delle iniziative messe in campo, dalla Diocesi di Lanusei e da quella di Nuoro, non risponde soltanto a un calendario di eventi, benché ricco e variegato, o una carrellata di ospiti, il cui spessore è innegabile e sotto gli occhi di tutti.

Nella manifestazione culturale, artistica e spirituale si disvela l’anima stessa di un territorio che vuole essere, per chi lo abita e per chi decide di trascorrere in essa alcuni giorni di riposo, fonte inesauribile di conoscenza, di confronto, di incontro e scoperta, di riflessione e di bellezza, che rigenerano offrendo alternative di qualità».

Una pastorale questa, che deve porre al centro la comunità cristiana locale investita della missionarietà e di una sensibilità che si apra alle persone ai giovani, a famiglie e a pensionati.