Il problema delle carceri è sempre stato da tempo un nodo irrisolto, Don Gino suggerisce la possibilità di assicurare dignità alla detenzione e senso alla detenzione, creando degli obbiettivi, che non implichino in valore assoluto la reclusione, piuttosto che la punizione inflitta o l'isolamento, ma che questo percorso di accompagnamento verso la percezione dell'errore sia coadiuvata dal senso di responsabilità e di dignità, verso una possibile occupazione lavorativa atta ad accelerare questo processo di integrazione con la società.
L'ascolto delle persone è un arma molto importante affinché si possa comprendere come poter esser di aiuto, in che modo portare tale aiuto, affinché sia proficuo, e porti frutto. Ma da solo questo non è sufficiente, occorre secondo Rigoldi, farsi carico della persona come un fratello, condividerne le sue paure, le sue insicurezze, avere un rapporto di vita con lui, facendoli sentire che si è al suo fianco, pronti a sostenerlo, perché la sua vita è molto importante per noi.